Archive for the ‘Uncategorized’ Category

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un post serio

18 marzo 2011

qui mi pare che stia passando totalmente inosservato um principio di guerra civile.

Va bene la preoccupazione per altre situazioni, ma questo silenzio inizia a essere alquanto assordante. Soprattutto se le segnalazioni fatte a stampa e tv cadono nel vuoto. L’unico risultato finora mi pare sia stato un articolo tradotto da AFP di un noto giornalista,  che ha anche riportato una strage di donne a ua pacifica manifestazione. Per il resto, poco o niente.

PS: anche il blogger africanista sul corriere oggi ne parla, facciamo progressi

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ci potrei riprovare

17 febbraio 2011

a mettermi a scrivere stupiderie qui sopra, ché scrivere robe semiserie tutto il giorno inizia a stancarmi.

Come avrò fatto a resistere tutto sto tempo?

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la città delle scale

14 ottobre 2009

E così eccomi sistemata nella città delle scale. E degli ascensori. E delle salite, cela va sans dire.

Un altro trasloco, meno melodrammatico dell’ultimo, devo ammettere, una nuova città. Una nuova vita.

Ma certo come inizio…

arrivo nella città delle scale (ascensori ecc). Alle sei di mattina, una notte in pullman. Che bei momenti. Mi sistemo su una panca della stazione, in attesa che si facciano le dieci e mezza. Alle undici ho appuntamento per prendere le chiavi della nuova casa. Eh si, organizzazione impeccabile, mi danno un’altissima formazione e mi trovano pure la casa. Accidenti.

Però poi

Alle dieci e venti squilla il telefono. Oddio, chi sarà mai? Anonimo…penso il fidanzato (ma che non si dica in giro) voglia farmi un salutino mattutino nella nuova città. Macché. Invece è un giovane uomo, ben più giovane del fidanzato (ma che non si dica), e con uno spiccato accento della città delle scale (ascensori blablabla). C’è stato un imprevisto, spostiamo l’appuntamento in una grande piazza. Vabbe’, sono cose che capitano. Incontro le mie coinquiline, arriva il giovane uomo e…la casa non c’è più! Puf! Andata! Sparita! Affittata a qualcuno altro. Ma non mi avevano messo una fretta frettolosissima perché confermassi il minuto prima che mi chiamassero?

E così passiamo la prima mattinata dell’altissima formazione a guardare improbabili stanze in affitto, facendo su e giù per la città delle scale (…). Il pomeriggio iniziamo pure l’altissima formazione. Senzatetto ma istruite, eh. In un battibaleno siamo diventate i casi umani della classe. Tutti che ci vogliono adottare come trovatelli. O cuccioli, non so.

Alla fine finiamo all’ostello per la gioventù (sic!). In cima alla città delle scale. A questa veneranda età, poi.

Bene, ho capito perché non ho mai girato il mondo zaino in spalla dormendo dove capitava. Non sono tipo da ostello. Da B&B magari si. Da albergo semipulcioso, forse. Da capanna, anche. Da minimonolocale di otto metri quadri, pure. Ma da ostello no. Proprio no. Ognuno ha i suoi limiti.

E così proseguiamo l’altissima formazione conducendo una tripla vita: studiose metà giornata, giratrici di stanze in affitto l’altra metà, ostellanti di notte.

Ma alla fine abbiamo trovato un tetto. E pure un letto. Singolo. Senza nessuno al piano di sotto che si agita tutta la notte (ebbene si, camerata da otto letti e pure al piano di sopra del castello, che bei momenti).

E finalmente rieccomi qua a scrivere. Fingendo di appassionarmi all’altissima formazione, che, a dire la verità, nonostante il titolo altisonante non mi pare sappia essa-stessa-altissima-formazione dove voglia andare a parare.

Per intanto però ho qualcosa da fare per un anno o quasi.

Per intanto però ho pure di nuovo rimandato il viaggio dal fidanzato (…).

Per intanto però posso ricominciare a fare progetti, e non mi pare poco.

Per intanto però mi sono persa una marea di commenti sul nostro adorato presidente, ma almeno non sputtano l’Italia.

Oddio, mi sa che sto ricominciando…

Meno male, va.

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Beati monoculi in terra caecorum

27 Maggio 2009

Eh

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fervono i preparativi

15 Maggio 2009

per il matrimonio.

Eh si, prima o poi il momento arriva, più o meno per tutti, vicini e lontani, vecchi e giovani, ricchi e poveri, nomadi e lunapòp.

Che agitazione. Domani è il gran giorno e c’è ancora tutto da fare. Coccarde, decorazioni, dove sono gli anelli? a che ora arriva il parrucchiere? i bambini sono nella cuccia? il cane nel lettino?

Dal matrimonio di mia sorella che non vedevo tanto movimento. Neanche ricordavo che una casa potesse trasformarsi in un formicaio umano, tutti che corrono avanti e indietro senza una logica apparente. Ma ognuno fa quello che deve. Si spera.

Insomma dura prova per i sistemi nervosi, che se non fosse per la stanchezza sarebbero nervosissimi, ma per fortuna – o no? – non sono tanto reattivi

Bisogna solo resistere ancora domani – solo! – e poi finalmente il meritato riposo. Certo, domani non sarà una passeggiata, ma sarà divertente. Di certo ci saranno imprevisti, invitati imbarazzanti, parenti persi, i soliti portoghesi, bambini che piangono, regali che – eh su diciamolo – non usciranno mai più dai loro imballaggi, gente che ha fretta, gente che non si muove, disguidi con i fiori, cantanti stonati, altri bambini che fanno dispettucci, ma sarà divertente.

Davvero divertente.

Ovvaimente il matrimonio non è il mio!

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statistiche

12 Maggio 2009

«Su questi barconi di gente che ha diritto d’asilo non ce n’è. Lo dicono le statistiche. Vi sono solo casieccezionali». Con tutto il rispetto per i suoi statistici di fiducia, ma se l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, che pure qualcosina dovrebbe capirci, afferma ben altro (a circa il 50% di chi arriva via mare e chiede protezione umanitaria viene accordata), a chi credere?

E a questo punto, prendiamo con le pinze anche le tanto strombazzate statistiche che vedono il beneamato a livelli di popolarità ben più alti del presidente “abbronzato”?

Forse i numeri per le statistiche li prendono leggendo i commenti al tgcom (provate a postare commenti non in linea con lo spirito dell’articolo, anche se non dovrebbe essere un forum moderato le riflessioni “controcorrente” vengono magicamente inghiottite da un buco nero…ops!)

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I hate shopping

12 Maggio 2009

Chi l’avrebbe mai detto

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ellis island

11 Maggio 2009

Però certo che se gli americani avessero rimandato indietro tutti gli italiani che sbarcavano illegalmente negli Stati Uniti a quest’ora non avremmo avuto sbarchi di clandestini sulle nostre felici coste.

Dovevano farci morire di fame chiusi in casa. Morti di fame ma incontaminati.

brutta giornata, speriamo si aggiusti

no hero

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multietnica…

11 Maggio 2009

tornata alla vita della campagna, sono stata talmente impegnata a raccogliere legna nel bosco per accendere il fuoco e cucinare sotto la pioggia (che s’ha da fa pe’ campà) che non mi sono resa conto di cosa stesse succedendo. non che ne avessi una gran voglia, ma mi hanno richiamata all’ordine…

e io che credevo di dovrmi impegnare nella guerra senza quartiere alle formiche!

qua si fa guerra contro l’umanità. Mi sono persa qualche passaggio e nessuno mi illumina. Ce lo siamo persi tutti?

Ho capito che il nostro papi – quello di cui ogni adolescente si vergogna, e infatti come adolescenti se tutto va bene ci tratta – ha fatto un po’ baruffa con…mami? e adesso siccome è ancora arrabbiatuccio (eh si siamo adolescenti si usano queste espressioni, no?) si deve pur sfogare con qualcuno e gira qua gira là…ha deciso che qua solo gli indigeni ci possono stare.

adesso che ci penso, ma se scopre che sono nata all’estero?

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“quello che resta”

25 aprile 2009

stavolta niente trasloco. Vabbe’ solo un pochino.

Quando uno parte, in una coppia, quello che resta è felice nel vedere che l’amato/a (ammazza mi sto sbilanciando) è determinato a realizzare i suoi progetti, è contento di vedere l’altro contento. Anche a costo dii qualche sacrificio.

MA

a volte le separazioni sono lunghe, o indeterminate. Se l’altro si trasferisce? Magari il programma è  – prima di riunirsi definitivamente, non so quanto realisticamente – di rivedersi entro un paio di mesi, tempo lunghetto ma accettabile; solo che poi, magari, quello che resta non riesce a partire, perché aspetta speranzoso un colloquio che non può farsi scappare, perché dato che non ha lavoro pensa di migliorare una lingua straniera* andando fuori per un po’, perché da nullafacente/tenente non ha il coraggio di farsi anche una “vacanza” (anche i bamboccioni hanno un minimo di dignità, TPS)…insomma, “quello che resta” non è una bella parte.

Magari anche “quello che parte” non ha vita facile, ma quello che resta…si aggira per una casa dove quello che parte non c’è più. Magari presto torna, ma intanto non c’è. Si aggira, quello che resta, in una città dove quello che parte non si trova da nessuna parte (ooops). Vede persone che senza “quello che parte” non lo/a riconoscono. Cerca di fare la vita di sempre, ma con un pezzo in meno.

Chiaramente è la mia prima volta da “quello che resta”, ma è dura. Giro per casa (ormai vuota grazie a Dio, i pacchi son tutti fatti,bisogna solo caricare la macchina. Domani. Mi godo l’ultima notte di indipendenza) e trovo maglie, bigliettini, una busta di calzini (sic, è un vizio comune), caricabatterie, libri. Ora, a parte aver finalmente capito da dove arriva la roba che non avevo comprato io, che tristezza.

Difficile fare le solite cose in situazioni così diverse: Fare la spesa (uuuh, l’ultima volta abbiamo comprato…), girare per il centro (uuuuuh, qui ci siamo fatti la doccia con la birra. Davvero, capita), andare al lavoro (ok questo lo posso solo immaginare purtroppo, ma tant’è). Il peggio è che non si può essere troppo diretti con quello che parte.

Per paura di ferirlo? per timore di sembrare uno/a che vuole fargli venire sensi di colpa? per non passare da frignone? o più semplicemente per non interferire troppo nell’adattamento alla nuova situazione. Quello che parte ha persone da conoscere, posti da esplorare, libri da studiare, lavoro da fare, una vita nuova (senza quello che resta, ça va sans dire). Non si può dargli troppo “fastidio” con la “tristezza da quello che resta”. Un po’ si, ma al posto di quello che parte, neanche a quello che resta piacerebbe sentire troppi lamenti.

Le api mi assediano, cercano anche di rompere il vetro a capocciate.

Già

ciauz

* ma poi, a che serviranno mai ste lingue? gente meno preparata che neanche sa la sua lingua – non parliamo delle altre – resta attaccata alla sediolina, chi sa le lingue…beh, magari è avvantaggiato per cercarselo altrove, il lavoro